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La crisi degli studi di settore

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La crisi degli studi di settore

Lo strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per gli studi di settore, “Gerico”,  secondo una sentenza dalla Commissione Tributaria Regionale di Roma,  che farà scalpore, non si può   applicare gli studi di settore se il fisco, nel ricostruire i redditi del professionista o del lavoratore autonomo, si basa solo su un “automatico riferimento” ai dati di Gerico.

L’orientamento sta prendendo timidamente piede anche in altri tribunali d’Italia, specie in questi periodi “funesti” per le libere professioni.

Il software in uso all’amministrazione finanziaria, infatti, non tiene conto delle variabili che possono intervenire nella realtà economica di un contribuente: esso si riduce, insomma, con l’essere uno strumento astratto, privo di alcuna attendibilità!

Gli studi di settore non possono trovare applicazione nel caso del lavoratore autonomo se i parametri utilizzati non riescono a focalizzare la sua reale situazione soprattutto in tempo di  crisi .

L’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, nel contestare al contribuente un reddito maggiore di quello dichiarato, non può far riferimento solo ai risultati di Gerico perché  gli studi di settore rappresentano solo delle presunzioni semplici, che  vanno poi confermate da altri elementi e comunque devo essere modulate caso per caso in quanto essi si riferiscono, in astratto, a interi settori economici:  in definitiva, non basta il solo scostamento rispetto a Gerico per rettificare i ricavi.

Contribuenti e Agenzia delle Entrate non credono più agli studi di settore!