
LA BANCA HA L’OBBLIGO DI SEGNALARE E INTERROMPERE TUTTE LE SOSPETTE MOVIMENTAZIONI.
IN CASO CONTRARIO SCATTA IL RISARCIMENTO DEL DANNO
Una recente decisione dell’ABF (Arbitro Bancario Finanziario) di Roma è favorevole ai clienti nel caso in cui qualche criminale riesca ad utilizzare il bancomat entrando clandestinamente nel conto corrente.
Le tecniche dei malviventi sono ormai raffinate ed è facile subire una truffa: finti sportelli che captano i codici di accesso, strumenti informatici in grado di sottrarre le password. Quindi anche la banca deve fare la sua parte , in quanto ha una posizione di garanzia e di controllo dei conti correnti dei propri clienti.
Nel provvedimento dell’ABF si sostiene che in presenza di una insolita frequenza nel prelevamento e pagamento col bancomat rispetto alla consueta movimentazione del conto fatta dal suo legittimo titolare, la banca ha l’obbligo di attivarsi e controllare che tutto sia in regola o che non vi sia, piuttosto, un accesso non autorizzato.
Se non provvede immediatamente, l’istituto di credito è responsabile per colpa della sua inerzia e quindi deve provvedere al rimborso delle somme trafugate dal conto. La banca, infatti, deve attivare adeguati presidi di sicurezza in presenza di operazioni anomale e sospette chiaramente identificabili.
Secondo gli arbitri bancari, bisogna considerare i casi in cui le operazioni fraudolente si susseguano con una insolita frequenza rispetto alla consueta movimentazione del conto, proprio perché a brevissima distanza l’una dall’altra: esse sono emblematiche di un rischio frode.
L’unica cosa che la banca può fare per evitare la condanna al risarcimento è dimostrare una colpa grave a carico del cliente nella conservazione dei propri codici di accesso o della carta bancomat.