
I valori catastali degli edifici, su cui vengono applicate le aliquote dell’imposta sulla casa, non corrispondono quasi mai ai valori effettivi di mercato. Lo Stato si è accorto che c’è qualcosa che non va nel valore catastale delle proprietà: molte costruzioni vivono quasi del tutto ignorate dal fisco, apparendo come beni di scarso valore, in zone periferiche ed abbandonate. Invece, lo sviluppo e la rivalutazione dei centri urbani, l’ampliamento delle zone periferiche e gli interventi di “bonifica” hanno rivalutato gli immobili di famiglia che, però, continuano a pagare tasse irrisorie.
Ebbene, lo Stato sta procedendo a un maxi censimento di tutti gli immobili e il nuovo catasto distinguerà gli immobili in due macro-categorie:
quelli a “destinazione ordinaria” (case, negozi, uffici e pertinenze) il cui valore patrimoniale, basato sempre sui metri quadrati e non più sull’attuale sistema dei vani, dovrà essere stimato principalmente con un algoritmo che tiene conto delle caratteristiche e della collocazione geografica; e quelli “a destinazione speciale”, il cui valore andrà invece stimato in modo diretto.
Per realizzare tutto ciò il fisco ha deciso di valersi di strumenti un po’ più moderni e tecnologici. Eccolo allora cosa dovremo aspettarci nei prossimi mesi: una lente di ingrandimento che controllerà a tappeto le nostre città.
Si parte dai prezzi e dai canoni di mercato del triennio 2012-14, attraverso una verifica dei rogiti notarili di compravendita. Questo sarà il criterio di riferimento più importante posto che è direttamente collegato al “valore del mercato”. Laddove le vendite sono state scarse, ci si potrà affidare al paragone con zone circostanti con caratteristiche similari.
Saranno usate anche le aste giudiziarie ossia i prezzi battuti in tribunale per le esecuzioni forzate immobiliari ed ai quali gli immobili pignorati verranno aggiudicati.
Per i fabbricati produttivi il costo di costruzione sarà individuato utilizzando prontuari regionali.
Per le comuni abitazioni sono previsti anche “sopralluoghi virtuali” effettuati con le cosiddette ortofoto. Si tratta di immagini scattate aeree come quelle usate per rilevare i fabbricati fantasma. Un’altra opzione è chiedere le informazioni direttamente a proprietari e amministratori di condominio.
Anche Google darà una mano al fisco italiano. Sembra infatti che l’amministrazione abbia tutta l’intenzione di utilizzare Street View, il servizio del motore di ricerca per individuare le strade e, con esse, le case adiacenti. In questo modo nessun immobile sfuggirà all’occhio dell’erario.