
Forse è utile ricordare che il TAEG ( Tasso Annuo Effettivo Globale) indica il costo complessivo del prestito, ossia quanto il finanziamento costerà al cliente al netto di tutti gli interessi e tutti i costi. In base alla nuova normativa sul credito al consumo il Taeg somma tutti gli oneri di intermediazione, commissioni, imposte e spese che il consumatore deve pagare per il contratto di credito, compresi anche quelle di servizi accessori, come carte di credito o spese assicurative, che occorre obbligatoriamente sottoscrivere per ottenere prestito o ottenerlo alle condizioni offerte.
Insomma, lo scopo del TAEG è quello di fornire, con un numero, un’indicazione al cliente dell’eventuale convenienza del prestito e, nello stesso tempo, poterlo confrontare con quello di altri istituti di credito.
Nel TAEG sono inclusi anche costi di utilizzazione di carte di credito o di altri mezzi di pagamento. Per esempio se è obbligatorio aprire un conto corrente per accedere al prestito vengono inseriti nel TAEG i costi fissi complessivi e i costi variabili in funzione dell’uso del prestito. E’ inclusa adesso l’imposta di bollo che per legge è pari a 14,62 euro per i contratti di durata fino a 18 mesi e allo 0,25% dell’importo finanziato per i contratti di durata superiore. Dunque un prestito con TAN (Tasso Annuo Nominale) zero potrà avere TAEG pari a zero solo se la finanziaria o la banca si accollano il pagamento di tutte le spese, imposta di bollo inclusa.
Quindi la banca è obbligata a indicare il TAEG in ogni contratto con il cliente: diversamente il mutuo è nullo. Questo è l’orientamento dei giudici che nasce dalla necessità, imposta dalla legge, di riportare per iscritto tutte le condizioni contrattuali dei rapporti: la trasparenza tra banca e clienti è un valore!