mar 17

L’ingiuria diviene un illecito civile che prevede sanzioni ed il risarcimento dei danni

Tags:
L’ingiuria diviene un illecito civile che prevede sanzioni ed il risarcimento dei danni

Con il pacchetto depenalizzazioni  escono dal codice penale alcuni dei reati minori, quelli cioè sanzionati con la multa o l’ammenda, tra cui  l’ingiuria,  il turpiloquio (parolacce e bestemmie) e gli atti contrari alla pubblica decenza.

Per  l’ingiuria era prevista, almeno sulla carta,  la reclusione fino a 6 mesi o la multa fino a 516 euro.  In realtà, la sanzione non veniva quasi mai applicata, a causa dei carichi dei tribunali che portavano buona parte dei procedimenti alla prescrizione: la norma penale aveva perso il proprio carattere deterrente e l’ offeso  poteva utilizzare il giudicato penale per ottenere, in via civile, un risarcimento del danno.

Con la depenalizzazione le cose cambiano notevolmente:  la sanzione  si configura come civile e ammonta  da 100 a 8.000 euro, se  c’è l’attribuzione di un fatto determinato o commesso in presenza di più persone, si passa alla sanzione pecuniaria civile da 200 a 12.000 euro.

Colui  che è stato ingiuriato non dovrà più sporgere querela ai carabinieri o depositare tale atto alla Procura della Repubblica, ma dovrà intentare una causa ordinaria di tipo civile, delegando il proprio avvocato  esperto in diritto civile il quale a  seconda della gravità del danno e, quindi, dell’importo richiesto in risarcimento,  intraprenderà il giudizio  davanti al Giudice di Pace (fino a 5.000 euro) o al Tribunale (da 5.000 euro in su).

In  sostanza la controversia si svolgerà solo tra l’offeso e il colpevole fino all’emissione della sentenza: se questa, infatti, sarà di condanna, il giudice obbligherà il colpevole a pagare in primo luogo  il risarcimento dei danni alla persona offesa e, con esso, le spese processuali: in caso di mancato pagamento, il creditore potrà agire tramite il pignoramento, previa notifica della sentenza e dell’atto di precetto;

In secondo luogo ci sarà  una sanzione civile alla cosiddetta Cassa Ammende, ossia allo Stato: in caso di mancato pagamento, l’importo viene iscritto a ruolo e interverrà Equitalia, notificando la famigerata cartella di pagamento e procedendo anch’essa al pignoramento nelle forme più celeri della cosiddetta esecuzione forzata esattoriale :  in tali ipotesi, è possibile pignorare il conto corrente senza passare neanche dal giudice dell’esecuzione.

Equitalia   non potrà né iscrivere ipoteca sulla casa, né pignorarla (salvo che il colpevole abbia già altri debiti con l’erario), poiché l’importo minimo del debito per far scattare la prima misura è di 20.000 euro e, per la seconda, è invece di 120.000 euro.

Se la parte danneggiata non  inizi una causa o si limiti solo a far scrivere una lettera di diffida al colpevole da parte del proprio avvocato, non scatterà la sanzione civile e il responsabile dell’ingiuria resterà impunito.