L’acquisto di un’autovettura dà diritto alla garanzia che può essere legale, convenzionale o assicurativa.
La garanzia legale, disciplinata dal Codice del Consumo, dura due anni dalla consegna del bene e copre i difetti di conformità dell’auto: destinatari della garanzia di conformità sono solo i consumatori.
Diversa è la garanzia di buon funzionamento fornita dalla casa madre: dura, di solito, due anni, salvo che le case automobilistiche la estendono per più anni: quindi per lamentare difetti di costruzione bisognerà rivolgersi al costruttore.
Infine l’automobilista può scegliere di stipulare una garanzia assicurativa pagando il relativo premio. Spesso tale soluzione viene consigliata per componenti dell’auto non coperti dalla garanzia del costruttore.
Per le auto usate la garanzia è sempre di due anni, ma può essere ridotta ad un anno per accordo tra venditore e compratore.
In caso si scopra un difetto di conformità, bisogna rivolgersi immediatamente al venditore e si ha diritto all’eliminazione del difetto tramite riparazione o sostituzione delle parti difettose, senza spese a carico.
Nel caso in cui la riparazione risulti impossibile o troppo onerosa, si può pretendere una congrua riduzione del prezzo, la sostituzione del veicolo con un altro identico, senza spese aggiuntive oppure la risoluzione del contratto di acquisto del veicolo, con conseguente restituzione dell’auto e rimborso del prezzo.
Per le riparazioni in garanzia non è più obbligatorio rivolgersi ai concessionari ufficiali, in quanto il Regolamento UE del 2010 che ha introdotto alcune novità: aumentato il numero di officine autorizzate ed è stata data la possibilità di effettuare tagliandi e riparazioni in garanzia anche presso officine diverse da quelle dei concessionari ufficiali.
Infatti l’Authority europea della concorrenza ha chiarito che le cause automobilistiche non possono subordinare la loro garanzia alla circostanza che il veicolo venga riparato esclusivamente dalle loro officine autorizzate o che si utilizzino ricambi originali, perché in tal modo verrebbe lesa la libertà degli automobilisti di scegliere l’officina meccanica dove riparare la propria vettura.