Non è più il divario tra i redditi dei coniugi al momento del divorzio che può giustificare il mantenimento, ma la mancanza dell’indipendenza o autosufficienza economica del coniuge che richiede il contributi mensile. Dunque solo il coniuge non autosufficiente dal punto di vista economico ha diritto agli alimenti dall’ex, sempre che la sua incapacità non dipenda da inerzia volontaria.
Infatti la Cassazione ha cambiato le regole sull’assegno di divorzio: il divario di stipendi tra coniugi non conta più. Questo significa che si può avere una situazione in cui il marito, titolare di un reddito particolarmente elevato, non debba più pagare un euro alla ex moglie che ha di che tirare avanti.
Per calcolare l’assegno di mantenimento, il giudice non deve più verificare il tenore di vita goduto dalla coppia quando ancora era unita, circostanza che un tempo portava a dividere spesso per due la somma dei redditi dei coniugi. Così, per esempio, se lui guadagna 10mila euro al mese e lei solo mille, non spetta più alcun assegno di divorzio.