Secondo l’istruttoria effettuata dall’ Autorità Antitrust, UniCredit S.p.A., Banca Nazionale del Lavoro S.p.A. e Intesa San Paolo hanno adottato condotte aggressive, in violazione del Codice del Consumo, aventi ad oggetto la pratica dell’anatocismo bancario: calcolo degli interessi sugli interessi a debito nei confronti dei consumatori.
Dunque l’autorizzazione all’addebito di interessi sugli interessi debitori raccolte dai correntisti in modo illegittimo da parte delle banche: è stato sanzionato dall’Antitrust con multe per un ammontare complessivo di 11 milioni di euro
Come è noto il conteggio degli interessi legali sugli interessi debitori è possibile solo per gli interessi che il cliente autorizzi preventivamente ad addebitare sul conto corrente.
Invece è emerso che le banche hanno attuato una politica di forte spinta all’acquisizione delle autorizzazioni all’addebito in conto corrente nei confronti della clientela, adottando varie strategie con le quali i clienti sono stati sollecitati a concedere l’autorizzazione, nel presupposto che l’addebito in conto corrente degli interessi debitori fosse il modus operandi ordinario e senza considerare le conseguenze di tale scelta in termini di conteggio degli interessi sugli interessi debitori.
L’Autorità ha dunque ritenuto scorrette le modalità utilizzate, per l’insistenza e la forma con cui sono state richieste le autorizzazioni, da condizionare indebitamente i consumatori e da far assumere loro decisioni che non avrebbero altrimenti preso in considerazione dell’applicazione dell’anatocismo bancario, in caso di addebito degli interessi in conto.
A questo punto, al di là della sanzione amministrativa irrogata dall’Antitrust, sorge il diritto dei correntisti interessati dalle pratiche scorrette di richiesta dell’ “autorizzazione all’anatocismo” ad ottenere dalla propria banca il rimborso delle somme pagate a titolo di interessi non dovuti per effetto della capitalizzazione.