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È difficile ottenere il risarcimento del danno per chi scivola sulle scale condominiali

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È difficile ottenere il risarcimento del danno per chi scivola sulle scale condominiali

Il condominio è direttamente e immediatamente responsabile per le cadute e i danni cagionati dalle cose in custodia, anche se la colpa effettiva è di soggetti terzi ma, nonostante ciò, non è semplice chiedere il risarcimento dopo essere caduto dalle scale condominiali.

La giurisprudenza è sempre più rigorosa nel respingere le istanze avanzate dagli infortunati, mettendo spesso in evidenza la mancanza di prudenza di chi scivola a terra.

Se il condominio non ha stipulato una polizza assicurativa, a rischiare è il conto corrente comune che può essere pignorato. E in caso di incapienza, il creditore potrà agire contro i singoli proprietari.

Per arginare queste nefaste conseguenze sui bilanci dei condòmini, la Cassazione ha decretato la responsabilità dell’amministratore che non rinnova la polizza assicurativa, anche se la mancanza di liquidità deriva dall’omesso versamento delle quote dei morosi. Egli infatti ha l’obbligo di provvedere al recupero dei crediti insoluti

Il condominio non ha colpe per la caduta dalle scale in alcuni casi: ad esempio quando lo scivolamento è stato determinato dall’imprudenza del danneggiato. Se è nota l’esistenza di un gradino pericolante o il giorno di turno della ditta delle pulizie, non si può dire di essere stato colto di sorpresa.

In situazioni del genere, l’amministratore può anche rifiutarsi di aprire il sinistro con l’assicurazione o di avviare la pratica di risarcimento: in sostanza, la responsabilità per la caduta dalle scale del condominio è proprio di chi si fa male.

Per ottenere l’indennizzo è necessario porre in evidenza il fatto di essere stati nell’oggettiva impossibilità di prevedere il rischio e di evitarlo. Ma non è facile, specie perché chi cade non ha quasi mai testimoni dalla sua parte e non può limitarsi a dimostrare il fatto in sé, cioè la caduta e i danni fisici subìti, ma deve anche provare, cosa non facile, che il danno è stato determinato da un fattore insidioso e nascosto: diversamente è alto il rischio di perdere la causa per un difetto di prova .

Per la Cassazione il danneggiato ha un dovere di cautela, ha l’obbligo di regolare la propria condotta in rapporto alle diverse contingenze nelle quali viene in contatto con la cosa quando questo comportamento “benché astrattamente prevedibile, sia da escludere come evenienza ragionevole o accettabile secondo un criterio probabilistico di regolarità causale”.