Nel redigere il proprio testamento bisogna ricordare sempre che, secondo la legge italiana, non si possono dimenticare i cosiddetti eredi legittimari che non possono essere esclusi totalmente dall’asse ereditario ma devono ricevere almeno una quota minima di eredità e hanno diritto di averla anche in presenza di un testamento che non li considera per niente.
I legittimari s’identificano nei parenti più prossimi del defunto, cioè i genitori, il coniuge ed i figli dello stesso: se sono ancora in vita i genitori del defunto, questi dovranno ricevere almeno un terzo del patrimonio, il resto potrà essere destinato a chiunque, anche ai nipoti.
Ebbene nella circostanza in cui il defunto non abbia lasciato le proprie volontà in un testamento, interviene, inevitabilmente, la legge a stabilire gli eredi e le quote ereditarie a loro destinate, riconoscendo prevalenza ai parenti più prossimi ed attribuendo diritti a quelli più lontani, soltanto in mancanza dei primi: si tratta della cosiddetta successione legittima.
Il nipote diretto, cioè figlio dell’unico fratello o dell’unica sorella del defunto per ipotesi, a loro volta già defunti, è senza alcun dubbio l’unico erede.
Il grado di parentela è stretto (3° grado) ed esclude i cosiddetti parenti più lontani come ad esempio i cugini del defunto (4° grado) ed i loro discendenti (5° grado).
È questa pertanto, la regola da seguire, quella dei parenti più stretti che escludono quelli più lontani, ovviamente tenendo in considerazione che se ci sono più parenti dello stesso grado si dovrà dividere con essi, in parti uguali, il patrimonio lasciato in eredità dal parente.
Se il defunto aveva più fratelli o sorelle, ed alcuni di essi sono premorti, per la divisione dell’eredità si dovrà prendere in considerazione il numero degli stessi (ad esempio, tre fratelli del defunto e 1/3 a testa) e la loro quota dovrà essere divisa in parti uguali tra i rispettivi figli .