
Il Papa ha varato una profonda riforma dei processi di nullità matrimoniale affidando al vescovo diocesano la responsabilità di essere giudice, ed a pronunciare la sentenza quando i motivi di nullità siano evidenti o relativi alla mancanza di fede, che può aver viziato il consenso di uno dei coniugi.
La nuova funzione del vescovo è una novità assoluta per quanto riguarda il processo fissato dal Codice di diritto canonico: si tratta di un processo breve, previsto per i casi più semplici.
Contro le decisioni del vescovo sarà possibile presentare appello all’arcivescovo metropolita più vicino o alla Rota Romana.
L’intervento di semplificazione del Pontefice interessa anche il processo ordinario che dovrà celebrarsi entro un anno dalla decisione del vescovo di intraprendere il rito normale, la sentenza sarà esecutiva se non ci sarà appello o le motivazioni dell’appello saranno considerate infondate.
Scompaiono, dunque, le due sentenze conformi, richieste precedentemente per annullare il matrimonio.
Papa Francesco ha stabilito, inoltre, la gratuità delle procedure nei processi di nullità.
Le nuove norme entreranno in vigore a partire dall’8 dicembre.