Le offerte commerciali fatte con le chiamate telefoniche sono da anni una pratica diffusa ma, sempre più spesso, percepita da molti utenti come una vera persecuzione.
Altro fenomeno allarmante sono le chiamate “mute” che procurano spavento soprattutto nel caso in cui si tratti di utenze intestate a persone anziane.
Proprio le chiamate “mute” sono state oggetto dell’attenzione del Garante della Privacy, che ha evidenziato la violazione della disposizione del Codice della Privacy riguardo al trattamento dei dati personali.
Tecnicamente la causa delle chiamate “mute” sta nel modo di composizione dei numeri telefonici che avviene tramite un compositore automatico al fine di evitare tempi morti nei call centers.
Il Garante della Privacy, a norma di legge, ha prescritto che: i call centers non debbano avere più di un certo limite di chiamate mute, vi debba essere un rumore di fondo e nel caso di una chiamata muta verso un numero telefonico non si possa richiamare quell’utenza per 5 giorni.
Per essere tutelati è necessario iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni con le modalità descritte nel sito istituzionale: la registrazione è gratuita e può essere fatta tramite: web, telefono, raccomandata, fax ed email.
E’ possibile anche promuovere un reclamo, una segnalazione od un ricorso presso il Garante della Privacy.
Il Registro Pubblico delle Opposizioni, però, tutela solo chi è inserito in elenchi pubblici e non chi ha fornito il numero telefonico di propria volontà, magari compilando un formulario.