Le nostre città da tempo sono afflitte dal fenomeno dei graffitari ma, forse non tutti ricordano che imbrattare o deturpare i muri altrui è un reato punito dalla legge (Art. 639 cod. civ.) con una multa che può arrivare fino a 103 euro.
Però è necessario che la persona offesa presenti querela.
Per le scritte su immobili o mezzi di trasporto invece la querela non è necessaria perché il graffitaro sarà perseguito d’ufficio e la multa può andare da 300 a 1.000 euro.
Nel caso di una scritta su un bene di interesse storico o artistico così frequenti nel nostro Paese, la legge prevede da tre mesi a un anno di reclusione e la multa da 1.000 a 3.000 euro, mentre la recidiva viene punita con la reclusione fino a due anni e una multa che può arrivare fino a 10.000 euro.
Se viene imbrattato il muro di un condominio, con la presentazione della querela da parte della persona offesa, l’autore rischia un anno di reclusione e una multa fino a 309 euro e se l’edificio è di interesse storico, artistico o destinato al culto, oppure si trova nel centro storico di una città, la reclusione è compresa tra i sei mesi ed i tre anni.
Il graffitaro può ottenere la sospensione condizionale della pena se si presta ad effettuare lavori socialmente utili, magari ripulire i muri imbrattati dei condomini.
Ma una volta punito il colpevole sorpreso ad imbrattare un muro del condominio, resta la domanda su chi paga la pulizia? La risposta è: chi ha subìto il danno, a meno che non venga trovato il responsabile.