giu 22

Fallimento della banca: a rischio i clienti per una nuova direttiva della comunità europea che estende il rischio ai consumatori

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Fallimento della banca: a rischio i clienti per una nuova direttiva della comunità europea che estende il rischio ai consumatori

Secondo la nuova direttiva comunitaria europea, (Direttiva n. 2014/59/UE) dal 2016 il dissesto di una banca dovrà essere affrontato anche con il bail-in, che prevede  il coinvolgimento di obbligazionisti e correntisti – per questi ultimi per la parte eccedente 100.000 euro-  nel ripianare le perdite.

Gli  obbligazionisti  in gran parte, sono sempre gli stessi clienti dell’istituto di credito, spesso  incoraggiati all’investimento  dal funzionario di sportello, nell’acquisto di obbligazioni della propria banca.

In pratica, nell’ipotesi di fallimento della banca,  gli azionisti ed i  creditori  tra cui ci sono ovviamente, anche i clienti che hanno depositato somme nei conti correnti o hanno acquistato obbligazioni,  saranno indirettamente chiamati a coprire le perdite.

Quindi i risparmi non sono più al sicuro in banca con la fine  del bail-out che prevedeva, nel caso di irrimediabili buchi delle banche, il coinvolgimento dei governi con denaro pubblico. Dopo questa  pratica ritenuta impopolare e ingestibile, ora a pagare sarà in prima battuta chi ha creduto in quella banca e poi, eventualmente, i terzi.

 

La legge, però, ha il difetto  di mettere sullo stesso piano gli azionisti, in sostanza  proprietari di una piccola fetta della società  che ne sopportano i rischi,  e gli obbligazionisti/correntisti che sono semplici creditori.

 

Come difendersi allora? Per chi ha investito, o intende investire in istituti di credito, è meglio tenere alta la sorveglianza: la strategia  consigliata resta sempre quella della diversificazione del rischio, provvedendo a frammentare i depositi in più istituti di credito in caso  solo di grossi depositi  monetari, superiori a 100mila euro.

 

Insomma neanche le banche sono più….sicure anche se i 120 gruppi bancari europei sottoposti alla vigilanza diretta hanno migliorato la patrimonializzazione con altri 100 miliardi.