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Il mondo dei legali si avvia verso la “deregulation”

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Il mondo dei legali si avvia verso la “deregulation”

È al nastro di partenza la norma sulla deregulation in materia di società tra avvocati:  il Governo, infatti, sembra  intenzionato a rimuovere tutti i vincoli che limitano la concorrenza nel mondo dei legali.

La data storica è quella  del 20 febbraio quando verrà discusso il DdL Concorrenza, un corposo pacchetto di norme che, oltre a ridisegnare il mondo delle Rc auto, riguarderà in particolar modo quello dei professionisti.

Come raccomandato più volte dall’Antitrust, avvocati e notai si avvieranno verso una deregolamentazione delle rispettive attività professionali, come mai era successo prima.

Le modifiche studiate dal ministero delle Attività produttive puntano a società tra avvocati che saranno disciplinate come le Stp – Società tra Professionisti – e  potranno avere soci di solo capitale.

Gli avvocati potranno aderire a più associazioni professionali, con l’abrogazione del divieto imposto dalla legge professionale forense, secondo cui l’avvocato può essere associato ad una sola associazione.

Viene anche abrogato l’obbligo secondo cui gli associati hanno domicilio professionale nella sede della associazione.

 

Saranno consentiti, inoltre, i patti con i quali l’avvocato percepisca come compenso in tutto o in parte una quota del bene oggetto della prestazione o della ragione litigiosa.

In caso di  liti sui compensi viene abolita anche la possibilità, per il Consiglio dell’Ordine territoriale, di tentare l’accordo in caso di “conflitto”  tra cliente e avvocato.

In pratica, attualmente, la legge forense stabilisce che, in mancanza di accordo tra avvocato e cliente, ciascuno di essi può rivolgersi al consiglio dell’ordine affinché esperisca un tentativo di conciliazione. In mancanza di accordo il consiglio, su richiesta dell’iscritto, può rilasciare un parere sulla congruità della pretesa dell’avvocato in relazione all’opera prestata. Questo potere sarà cancellato con la  legge in esame.

Per quanto ai notai, il numero e la residenza per ogni distretto saranno individuati con un decreto del ministero della Giustizia tenendo conto della popolazione, dell’estensione del territorio, fissando in ogni caso la soglia minima di 7 mila abitanti per ogni posto notarile.