ott 19

Il rapporto di lavoro con la donna delle pulizie, benché non formalizzato, può essere dimostrato anche con i testimoni e il datore può essere condannato a pagare le retribuzioni

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Il rapporto di lavoro con la donna delle pulizie, benché non formalizzato, può essere dimostrato anche con i testimoni e il datore può essere condannato a pagare le retribuzioni

Se si decide di instaurare con una collaboratrice domestica  un rapporto fisso ma senza regolare contratto di lavoro e ci si   accorda per una paga a ore si corrono dei rischi

Un’ordinanza recente  della Cassazione  spiega quali sono le conseguenze di una domestica pagata a ore e non messa in regola.

La domestica non regolarizzata può, in qualsiasi momento del rapporto di lavoro e fino a 5 anni dopo la fine, fare causa al “datore di lavoro” per ottenere il pagamento di tutte le retribuzioni, le ferie e le indennità non corrisposte o che non possono essere dimostrate.

Qualora il pagamento della donna delle pulizie sia sempre avvenuto in contanti, non essendovi traccia di questi mancherà la prova dell’adempimento da parte del datore e costui  potrebbe essere condannato a versare una seconda volta tutte le retribuzioni dovute dall’inizio del rapporto di lavoro sino alla chiusura.

La  domestica “assunta in nero” potrebbe dimostrare il proprio rapporto di lavoro con  le testimonianze : delle colleghe dello stesso palazzo con cui ha avuto rapporti,  dei familiari che l’hanno accompagnata più volte sul posto di lavoro e, al termine, sono andati a prenderla.

In sostanza, la prova testimoniale può supplire all’assenza di un documento scritto che certifichi l’esistenza di un rapporto.