feb 16

In caso di sovraindebitamento, il consumatore può rivolgersi direttamente al giudice e farsi riconoscere uno sconto sul debito

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In caso di sovraindebitamento, il consumatore può rivolgersi direttamente al giudice e farsi riconoscere uno sconto sul debito

In una recente sentenza del Tribunale di Napoli viene omologato il piano del consumatore, ai sensi della legge 3/2012, per la composizione della crisi da sovraindebitamento.

La procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento comporta un grande   vantaggio per il debitore nel senso che il piano non ha bisogno di alcuna votazione dei creditori per ottenere il via libera, ma necessita solo dell’omologazione del giudice, il quale verifica la sussistenza dei requisiti di legge ed esclude la sussistenza di ogni intento di frode da parte del consumatore.

Infatti la normativa consente al debitore di presentare in tribunale il piano del consumatore con una richiesta di “saldo e stralcio” del proprio debito; se il giudice ritiene valida e realizzabile la richiesta, autorizza la riduzione del debito senza neanche sentire il parere dei creditori.

In sostanza il giudice valuta la fattibilità della proposta e la condotta meritevole del debitore il quale deve fornire valide garanzie di adempimento del piano depositato in tribunale: in questo modo, i soggetti che non possono fallire come le persone fisiche, possono ottenere dal giudice un consistente “sconto” sulle passività pur di soddisfare, anche in parte, il creditore il quale a sua volta non ha concesso lo “sconto” in sede di trattative bonarie con il debitore.

In questi casi non rileva l’accordo con i creditori, ma è sufficiente l’omologazione : la novità che si sta aprendo è quella di consentire il cosiddetto piano del consumatore anche quando il creditore sia uno soltanto, come spesso accade con Equitalia o le banche.

Nel caso in esame il tribunale di Napoli ha omologato il piano avanzato da un consumatore che aveva perso il lavoro e aveva maturato 250mila euro di arretrati con la banca: il debitore con un nuovo lavoro guadagnava solo 1.525 euro al mese da cedolino paga: con l’autorizzazione del giudice verserà alla banca una quota del suo stipendio per quasi diciotto anni e fino all’estinzione del suo debito, che così però si è ridotto alla metà .