lug 24

L’assenza dal lavoro a causa della depressione

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L’assenza dal lavoro a causa della depressione

Solo negli ultimi anni, grazie ad uno studio approfondito del disturbo e alla mutata coscienza sociale, si considera la depressione come una malattia come tutte le altre che, per il raggiungimento della guarigione merita apposite terapie.

La depressione viene, solitamente, trattata con un approccio farmacologico, che prevede l’assunzione di farmaci che agiscono sul controllo dell’umore, e con un approccio psico-terapeutico, che consente di scavare in profondità per individuare le cause scatenanti: è importante personalizzare la cura in base alla gravità della depressione.

Il lavoratore affetto da questa patologia, poiché non presenta le condizioni psicofisiche per svolgere adeguatamente le sue mansioni, deve assentarsi per un periodo di malattia.

Il lavoratore, attraverso il proprio medico di famiglia o la struttura sanitaria in cui si trova in cura, fa pervenire in via telematica la certificazione attestante lo stato di salute, incompatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa. Il medico fiscale ha il compito, attraverso la visita presso il domicilio del lavoratore, di verificare la veridicità di quanto affermato nell’attestazione.

Poiché la depressione, al pari delle altre patologie, riduce la capacità lavorativa condizionando anche la vita di relazione, per un trattamento efficace che porti al miglioramento definitivo, richiede un congruo periodo di riposo. Tuttavia, per la particolarità dei sintomi, a differenza di altre problematiche, non vincola al rispetto delle fasce orarie previste.

La depressione è una malattia strettamente collegata al sistema nervoso che non richiede, in forma accessoria rispetto alla terapia principale, l’immobilizzazione a letto o il riposo assoluto, anzi al contrario, il trascorrere tutta la giornata in casa potrebbe avere l’effetto contrario, non di guarigione ma di aggravamento.

Come evidenziato da una recente sentenza della Cassazione, il paziente depresso potrebbe curarsi efficacemente, oltre che con i farmaci e la terapia, anche con attività all’aperto, passeggiate e sport. E’ scientificamente provato che il movimento, soprattutto se praticato all’esterno, è utile a contrastare gli effetti dannosi della malattia. Pertanto, in tali circostanze, l’assenza del lavoratore dal suo domicilio durante le fasce orarie di reperibilità non assume in sé e per sé rilevanza disciplinare se dovuta appunto allo svolgimento di attività sportive che fanno parte della buona riuscita del trattamento.

La certificazione del medico di famiglia, o della struttura sanitaria, è già di per sé sufficiente a dimostrare le attuali condizioni di salute del lavoratore depresso, non essendo necessario depositare anche l’attestazione del Centro Salute Mentale ma, in alcune situazioni, quest’ultimo documento potrebbe essere richiesto dal medico fiscale.

Pertanto, dal momento che il compito di controllo del medico fiscale, è volto a provare quanto dichiarato dal lavoratore circa il suo effettivo stato di salute, tale ulteriore richiesta deve essere interpretata come conferma e specificazione del certificato del medico di famiglia.