
Dal primo gennaio di quest’anno sono entrate in vigore le nuove regole sulla revisione periodica degli autoveicoli che impongono alle officine di attrezzarsi con sistemi di videosorveglianza onde contrastare il fenomeno delle revisioni di comodo, ossia quelle dichiarate sulla carta a prezzi ridotti e di fatto mai eseguite.
Come è noto ogni auto deve essere sottoposta a revisione a cadenze periodiche e, in particolare: dopo 4 anni dopo l’acquisto e, successivamente, ogni due anni.
Dal 2015 tale attività di revisione dovrebbe essere dettagliatamente videofilmata con apposite telecamere senza, in teoria, impattare sulla tariffa per la revisione che, fissata con decreto ministeriale, resta attualmente ferma a 65,68 euro.
Quindi tutti i centri di revisione devono installare dispositivi elettronici di videocontrollo a distanza per evitare che possano essere messe in circolazione auto o moto che non hanno superato i controlli di sicurezza, con rischio per la circolazione.
Nonostante l’obbligo disposto per legge, non tutte le officine si sono messe in regola e si sono dotate della strumentazione di controllo. Così, il consumatore, per risparmiare poche decine di euro, rischia di pagare un servizio mai effettivamente reso a discapito della propria e altrui sicurezza.
Inoltre in questi giorni, una circolare del Ministero ha stabilito che le officine autorizzate all’installazione dei tachigrafi, cioè il dispositivo di controllo dei tempi di guida, delle distanze percorse e della velocità sostenuta sui mezzi per trasporto su strada, devono essere sottoposti, almeno ogni due anni, ad una verifica delle procedure applicate durante la manipolazione di tali apparecchi concentrata in particolare sulle misure di sicurezza adottate e sulla gestione delle carte di officina.