ott 20

Per contestare l’addebito del canone RAI, a quale giudice bisogna rivolgersi?

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Per contestare l’addebito del canone RAI, a quale giudice bisogna rivolgersi?

Con l’addebito automatico –  in via presuntiva-  del canone Rai sulla bolletta della luce è probabile qualche  errore ai danni del contribuente non tenuto al pagamento: in quest’ottica è utile individuare quale sia il giudice competente a decidere sul Canone Rai e su tutte le contestazioni che potrebbero sorgere.

Le norme  sulla riscossione del canone Rai in bolletta non hanno mutato la natura del prelievo che resta un’imposta:  la circostanza che il pagamento sia curato materialmente dalle società dell’energia elettrica non sposta la competenza che resta in capo al giudice tributario.

In sostanza, per qualsiasi contestazione, il contribuente deve sempre rivolgersi alla Commissione Tributaria Provinciale: alla magistratura tributaria  compete anche decidere in merito all’esatta individuazione del soggetto nei cui confronti deve essere promossa l’azione giudiziaria – la Rai o l’agenzia delle Entrate-  nonché in merito alla regolarità della notifica delle cartelle esattoriali eventualmente emesse nei confronti del contribuente.

Un  esempio di ricorso al giudice  è il caso di richiesta di rimborso per illegittimo prelievo rimasta priva di riscontro.

Il Regolamento attuativo della legge di Stabilità 2016  stabilisce le modalità con cui il cliente può presentare istanza di rimborso: si tratta del ricorso in autotutela contro il Canone Rai che consiste in  una richiesta inviata con raccomandata a.r. o posta elettronica certificata all’Agenzia delle Entrate-Sportello Sat- la quale, una volta verificati i presupposti della richiesta, si interfaccerà con la società Acquirente Unico S.p.a. per disporre l’eventuale riaccredito, sempre nella bolletta elettrica,  delle somme dovute.