Sono numerosi i portali che consentono di vedere in streaming i film in programmazione nelle sale cinematografiche o i programmi delle televisioni via cavo o satellite .
Questa attività è illecita in particolare per colui che trae un profitto da tale sistema.
Infatti la legge sul diritto d’autore sanziona penalmente solo chi installa, per uso pubblico o privato, apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato, effettuate via etere, via satellite e via cavo.
Sono passibili di pena quei siti che offrono la possibilità di vedere canali televisivi captando il segnale via cavo, via satellite o via etere e mettendolo a disposizione di tutti coloro che si collegano con quella determinata pagina.
Ma la stessa legge sul diritto d’autore punisce chiunque trasmetta o diffonda in pubblico opere destinate al circuito televisivo o cinematografico: dunque è indubbio che chi allestisce un sito per la visione di film protetti è passibile di un procedimento penale.
Quello che però non viene previsto dalla legge è la qualificazione del comportamento di chi, invece, si collega con il sito e visualizza il filmato, sia pure per un fine personale: chi si reca su uno di questi siti e avvia la visione dello streaming, senza farne il download sul proprio PC e senza condividerlo, non è passibile di alcuna sanzione, neanche amministrativa, in quanto la fattispecie non è esplicitamente regolamentata da una norma di legge.
Il reato però scatta se chi naviga sui siti di streaming non si limita a vedere il filmato, ma lo scarica sul proprio hard disc oppure lo condivide sul proprio blog in quanto l’atto configura violazione della legge sul diritto d’autore .
Quindi la sanzione principale prevista dalla legge sul diritto d’autore è a carico di chi mette a disposizione gli streaming, e quindi del gestore del sito, mentre per chi “guarda” se il fatto è commesso per uso personale, e non a scopo commerciale, ci potrebbe essere una sanzione amministrativa oltre alla confisca del materiale.
